Al Teatro Cilea di Napoli, da giovedì 5 fino a domenica 8 aprile 2018, Paolo Caiazzo sarà in scena con lo spettacolo “No grazie, il caffè mi rende ancora nervoso”, commedia in due atti scritta da Lello Arena, Paolo Caiazzo e Francesco Velonà, con la regia di Lello Arena.
Napoli, carcere di Poggioreale. Michele Giuffrida (interpretato dal mitico Lello Arena, che firma la regia e che ha scritto il lavoro con lo stesso Caiazzo e Francesco Velonà) sta scontando l’ergastolo per aver confessato nel 1982 di essere “Funniculì Funniculà” un temibile serial killer di artisti Partenopei, a suo avviso troppo innovatori.
Riceve un’inaspettata visita di un misterioso emulatore intenzionato a continuare il suo progetto criminale all’insegna dell’originale motto: “’o ciuccio è ferito ma nun è muorto!”
Dopo l’annuncio in città cominciano a sparire una serie di personaggi famosi del mondo dello spettacolo, e i sospetti si concentrano sulla villetta di provincia della omonima famiglia Giuffrida.
No Grazie, il Caffè Mi Rende Ancora Nervoso, I Personaggi
Il capofamiglia Gaetano (Paolo Caiazzo) è un tassista con la passione del teatro, specializzato nelle opere Scarpettiane. Vive con la moglie Stella (Susy Del Giudice), rappresentante di sex toys; il padre Aristide (Salvatore Misticone), vecchio attore di teatro classico; e il figlio Michele (Nicola Pavese), che ha una malsana passione per le storie dei serial killer. Per contrastare le bizze senili di Aristide, Gaetano è stato costretto anche ad assumere Oho (Maria Chiara Centorami), badante ucraina dalle innumerevoli pretese.
Il cognato (Francesco Procopio), giornalista de Il Mattino e scroccone incallito, riceve in redazione, con le medesime modalità del caso originale, le rivendicazioni delle sparizioni. Confessa a Gaetano il sospetto che il nipote abbia preso troppo sul serio la sua passione per le storie criminali e che sia passato all’azione.
Nel frattempo il sottotetto si popola con gli artisti sequestrati. La vita scorre nella serena villetta mentre nella soffitta degli orrori gli ostaggi cercano disperatamente una via di fuga. Il caso si allarga e anche la soffitta comincia a essere affollata. Gli indizi che maldestramente il maniaco lascia inchiodano il ragazzo, ma la soluzione non è semplice. Ognuno della famiglia nasconde un lato oscuro, e potrebbe essere… il nuovo Funniculì Funniculà!
Un testo capace di attualizzare la storia che tanto successo regalò alla pellicola diretta da Lodovico Gasparini e che vide la comicità di stampo partenopeo di quei tempi tingersi di noir.