Le nuove rivendicazioni dell’Isis
L’Isis ha rivendicato una serie di attacchi compiuti contro forze curdo-siriane nel nord-est della Siria. A riferirlo è stato l’Osservatorio nazionale per i diritti umani in Siria, secondo cui il sedicente ‘Stato islamico’ ha ammesso tramite i social network la responsabilità di attentati compiuti nelle ultime 24 ore contro basi e postazioni curde e Raqqa e nella città di Tabqa, sull’Eufrate.
Le reazioni
Russia. “Alla luce dei piani per condurre un’operazione militare nel nord-est della Siria annunciato dalla Turchia Vladimir Putin ha invitato i partner turchi a riflettere attentamente sulla situazione in modo da non compromettere gli sforzi congiunti per risolvere la crisi siriana”. Lo riporta la Tass, chiarendo che il Cremlino ha comunicato di una conversazione telefonica tra il presidente russo e il suo omologo Recep Tayyip Erdogan.
Iran. “Le preoccupazioni della Turchia rispetto ai suoi confini meridionali sono legittime”: lo ha ribadito il presidente iraniano Hassan Rohani, citato dall’Irna. Rohani ha affermato altresì che “occorra seguire un percorso corretto per eliminare queste preoccupazioni” di Ankara, spiegando che “le truppe americane devono lasciare la regione” e i “curdi in Siria” devono “sostenere l’esercito siriano” di Bashar al Assad. Esso, ha concluso il leader iraniano, dovrebbe prendere il controllo del nord-est del Paese al confine turco.
L’appello Ue. Il presidente del Parlamento europeo David Sassoli ha espresso il suo parere in merito all’attacco militare turco in Siria. “Chiedo con forza alla Turchia di interrompere immediatamente ogni azione militare» nel nord della Siria. E ha aggiunto: “C’è una popolazione che ha già sofferto duramente. Non dobbiamo metterla in condizioni di avere altre sofferenze. Si fermi questo intervento, non sarà mai una soluzione ai problemi che abbiamo”.
Sassoli ha concluso: “La comunità internazionale, l’Unione europea, le sue istituzioni chiedono che questo intervento si fermi e si discuta anche la possibilità di una zona cuscinetto di sicurezza, ma questo certamente va fatto nella pace, nella stabilità e nel dialogo”.
Germania. “Ci appelliamo alla Turchia affinché ponga fine alla sua offensiva e persegua i propri interessi di sicurezza per vie pacifiche”, ha detto il ministro degli esteri tedesco Heiko Maas, secondo quanto rilanciano diversi media tra cui il sito del settimanale Stern. La Turchia, continua, potrebbe “destabilizzare ulteriormente la regione” e rischia di rafforzare l’Isis. Secondo il ministro questo intervento potrebbe “causare un’ulteriore catastrofe umanitaria e un nuovo movimento di profughi”.