Una notizia di oggi del New York Times potrebbe aprire una svolta importante nel campo dei trasporti: Uber, il grande colosso di mezzi su quattro ruote, sarebbe vicino a mettere in commercio camion automatizzati in grado di percorrere lunghe distanze senza pilota; se ciò fosse vero potrebbe dare il via ad una grande rivoluzione nel settore degli scambi economici a media-lunga distanza.
Negli ultimi mesi Uber ha affermato che i camion a guida automatica da loro progettati hanno già trasportato varie merci in Arizona; ovviamente in questi tragitti i loro camion ancora erano assistiti da camionisti autorizzati, pronti ad intervenire in caso di emergenza. Ma la compagnia ha affermato che il loro intento a breve sarà quello di rendere del tutto autosufficienti i mezzi self-driving.
Questi camion, comunque, verrebbero sfruttati maggiormente per i trasporti a lunga percorrenza, mentre per i piccoli tratti Uber ha garantito che il mezzo automatico non andrà a rimpiazzare gli autisti in “carne ed ossa”.
Quando sono nati i Camion automatizzati?
La prima Start Up di camion self-driving è nata nel 2016. Questa società – chiamata Otto – è stata fondata da ex dipendenti di Google, Apple e Tesla, ed è stata la prima a progettare un prototipo di camion automatico testato su un percorso di 16.000 km.
Proprio da questa Start Up è nato il progetto di Uber: l’acquisizione del progetto di Otto è stato però al centro di una causa di proprietà intellettuale intentato da Alphabet. Ma le due controparti hanno risolto il mese scorso: Uber dovrà pagare 245 milioni di dollari e non potrà più utilizzare la tecnologia che sembra aver sottratto al colosso di Mountain View.
Cosa vuole fare Uber?
Nel progetto di Uber ci sarebbe la creazione di vari centri di smistamento dove i camion raccoglierebbero e lascerebbero i rimorchi seguendo le istruzioni impostate sul programma da un computer centrale. In questi centri i camion automatici prenderebbero i rimorchi destinati alle tratte a lungo raggio, mentre i camionisti in “carne e ossa” si occuperebbero di quelli destinati a brevi percorsi. Tutto questo meccanismo sarebbe guidato dalle rete di Uber che gestisce le offerte di entrambe le tipologie di consegne. Il massimo traguardo di Uber sarebbe quello di unire la tecnologia nel servizio di prenotazione alla creazione di camion autoguidati.
In teoria, i camion automatici possono rimanere sulla strada più a lungo rispetto a quelli con guidatori in carne ed ossa e, in più, dovrebbero essere meno soggetti a incidenti causati dalla distrazione umana. Ovviamente il fatto economico è sicuramente allettante, si prevedono grandi risparmi nel nuovo business.
Uber e la classe dei camionisti
Uber al momento non sta rilasciando molte dichiarazioni in merito agli automezzi. Non ha rivelato il numero dei mezzi su strada che stanno testando la nuova tecnologia, né quanto spesso i conducenti della sicurezza sono intervenuti per assistere il sistema autonomo.
Al momento non sta neanche rilasciando i dettagli su come funzioneranno gli hub di trasferimento e le modalità in cui la società deciderà di estenderli.
Ovviamente questa nuova tecnologia spaventa la classe lavorativa dei camionisti, che potrebbero perdere il proprio lavoro a causa di mezzi automatizzati.
Le rassicurazioni dell’azienda sui camion senza pilota
Su questo argomento Uber ha tranquillizzato gli animi affermando che l’introduzione di camion a guida autonoma aumenterebbe i posti di lavoro poiché la nuova tecnologia, secondo le loro previsioni, aumenterebbe la domanda in vista della diminuzione dei costi di consegna.
In più i sistemi autonomi non saranno mai in grado di fare tutto ciò che fa un camionista umano: Uber ha affermato che per adesso i suoi camion non sono stati programmati per tornare su una piattaforma di carico o percorrere una zona industriale molto trafficata.