Ready Player One, la recensione del film di Spielberg sugli anni 80

Spielberg di nuovo al cinema con Ready Player One.

Ready Player One Recensione

Ready Player One è una favola virtuale, basata sull’omonimo bestseller di Ernest Cline, dove vi è un vero e proprio trionfo di citazioni cinematografiche e videogiochi che da ampio sfogo agli amanti di Batman, Ritorno al futuro e King Kong!

Anche questa volta Spielberg non si smentisce firmando un altro capolavoro. Dopo il successo di The Post, il regista di ET torna sul grande schermo, dirigendo un film che diviene uno spettacolo per i nostri occhi.

La trama di Ready Player One

Il film è ambientato nel 2045, dove gli uomini vivono la propria esistenza in due mondi paralleli: reale e virtuale. Quest’ultimo da modo di sfuggire alla rovina della cruda realtà che vede un’America futuristica che ha smesso di lottare ed è ormai divenuta un paese allo sfascio, povero e derelitto. “Oasis“, questo è il nome del mondo virtuale, appare come una vera e propria consolazione.

Chiunque, attraverso una tuta digitale e un visore ottico, può essere catapultato sottoforma di avatar in un mondo che funziona come i videogiochi multiplayer con meccanismi di ricompensa per chi vi trascorre maggior tempo. Ready Player One si presenta così come una storia che contrappone sia nell’azione che nel significato come i personaggi possano vivere le due vite in modo totalmente differente.

Alla sua morte, il multimiliardario fondatore di Oasis, ha lanciato un concorso che ha catalizzato l’attenzione del mondo intero. Egli ha nascosto, infatti, all’interno di Oasis tre chiavi che apriranno altrettante porte. Chi riuscirà nell’impresa superando una serie di prove, potrà avere l’easter egg finale il cui valore è inestimabile: il creatore lascerà il suo impero finanziario al primo che completerà la sua serie di duelli, per nulla facili.

Il protagonista, Wade, si lancerà in questa entusiasmante avventura dove si confronterà non solo nei rapporti altri ma scoprirà il vero significato della creazione di questo mondo paradisiaco.
Senza alcun dubbio gli effetti speciali, la sceneggiatura, insieme alle citazioni cinematografiche, occupano gran parte della meravigliosa creazione di Spielberg.

Ready Player One, la colonna sonora

Ma ciò che più colpisce è il connubio tra passato e ambiente futuristico. Sembra proprio che per Spielberg gli anni ’80 e ’90 siano del tutto intramontabili! Citazioni cinematografiche di quel periodo, insieme alla presenza di personaggi e riferimenti ad esso, vengono incorniciati da una colonna sonora strepitosa e che senza dubbio non passa inosservata. L’inizio del film appare come un invito: “Jump“, Van Halen, 1983, accompagna lo spettatore nel viaggio verso Oasis, stabilendo l’atmosfera dell’intero film.

Nel corso del film ci troveremo dinnanzi alla grande musica di George Michael con “Faith“, che ci continua ad introdurre sempre più nel mondo virtuale, per poi dare la possibilità di scatenarsi sulle note di “Stayin alive” dei Bee gees.  “Stand on It” di Bruce Springsteen, “Blue monday ’88” del gruppo New order e l’immancabile Prince con la sua “I wanna be your lover“, rendono giustizia alla nostalgia per gli anni passati, nostalgia che anche gli stessi protagonisti di Ready player One provano vivendo in un mondo reale ormai deteriorato e sofferente.

Ready Player One Recensione

In questo modo, la colonna sonora diviene quasi una delle protagoniste principali del gioiello di Spielberg, trasportando lo spettatore in un futuro che sa di passato. Oasis riesce ad essere una via di fuga dal nostro tempo.

I rapporti umani nella visione di Spielberg

Non è invenzione, ma possiamo toccarlo con mano fuori e dentro di noi. Ancora una volta, come in moltissime serie TV e film, il riferimento agli anni ’80 è presente e non si riesce a farne a meno. Il futuro in un mondo virtuale sfumato di un tempo trascorso, risulta essere un rifugio dalle congetture negative della vita.

In questo cocktail di percezioni, Spielberg spinge anche sul pedale dell’emozione raccontando il proprio punto di vista sui rapporti umani: per chi ha una grande immaginazione, confrontarsi con gli individui nel mondo reale diviene difficile, ma è l’unico modo per vivere davvero ed essere felici. Ad essere davvero importante, per Steven, sono i rapporti umani: soli e disperati non abbiamo futuro, ma vicini e uniti saremo sempre la vera forza.